Amo gli animali ma non sarò mai una vegana

Amo gli animali ma non sarò mai una vegana

Ho amici che lo sono vegani e li rispetto. Lo hanno fatto per salvaguardare la loro salute? O per amore verso la fauna?

Quando penso ai nostri animali domestici, dai nostri amici pelosi a quelli da cortile, non posso che ammirare la loro meravigliosa evoluzione per loro sopravvivenza.

In migliaia di anni sono diventati una parte fondamentale del nostro fabbisogno alimentare e in cambio, noi li abbiamo protetti dai predatori e accuditi con rispetto e amore.

Se non si fossero affidati all’uomo probabilmente animali come polli, mucche pecore e la lista è davvero lunga si sarebbe estinti da molto tempo. Se smettessimo di cibarci delle loro carni si estinguerebbero.

Un compromesso? Forse è meglio chiamarlo un patto. Un patto tra due esseri viventi che si è consolidato nel tempo. I maiali partoriscono molti cuccioli e i polli ci regalano le uova ingredienti praticamente fondamentali per molti nostri piatti. Le mucche ci danno il loro latte e le pecore la loro lana. La lista è davvero lunga ma tutti hanno una cosa in comune: vivono per servici.

Ma questo patto, negli ultimi anni si sta rompendo. L’industria alimentare ha modificato un sistema millenario trasformando questo patto in sfruttamento.

Ogni volta che faccio la spesa mi pongo sempre le stesse domande: ma perché tutto è diventato così facile da reperire? Perché questo pacchettino pulito, senza sangue e tagliato si mostra come se non fosse più un animale ma semplicemente un prodotto da consumo?

Ho limitato molto il consumo di carne e se potessi mi piacerebbe davvero sapere chi ha accudito prima della loro morte questi animali rispettando quel patto, ma so che fino a quando non ci saranno regole sul controllo degli allevamenti intensivi, rimarrà una mia utopia.

E mi chiedo sempre quante persone si pongono, anche solo per cinque minuti, queste domande così scomode e fastidiose. Forse solo i vegani? Spero di no.

Se ci fosse solo un po’ più consapevolezza in più su quello che avviene dietro i nostri banchi frigoriferi allora la parola sfruttamento potrebbe tornare corretta: “Patto tra uomo e animale”.

Smettiamola di pensare che non sia un nostro problema perché lo è e quello che stiamo vivendo con la pandemia non è altro che la prima avvisaglia che il patto si è rotto e che dobbiamo assolutamente ripristinarlo.

Non credete che l’uomo stia un po’ esagerando?

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